Oggettività.
Soggettività.

Parole troppo lunghe,

Sembrano due spade spuntate che si incrociano in un duello infinito,
in eterno stallo.

Il noioso cerimoniale dei duellanti,
che cerca di tenere le viscere dentro lo stomaco il più a lungo possibile.

Dovrebbero sprizzare fuori, eccitare col sangue.

Eccovi un colpo mortale di soggettività,
oggettivizzatemi sto’ gran cazzo,

poi tagliatelo a pezzetti per digerirlo meglio,
e lasciate che sia la Storia a interpretarlo.

Giudizi impulsivi, sentimenti nascosti male.
Sentimenti che scaldano il cuore.

Sentimenti elettrici.
Impulsi prigionieri di un circuito chiuso.

Respiri che vanno via e non verranno mai restituiti.
Sentimenti davanti a uno specchio.

Verità tra le lacrime. Più vera del vero.

Inganni senza passione, trasgressioni programmate col block notes e la segretaria,
Bugie senza amore, in attesa, pronte a ghermire e divorarti il cuore.

Messaggi nella bottiglia, lanciati con rabbia.
Rabbia senza sogni.

Il condannato a morte sull’isola chiude i sogni dentro la bottiglia, e trova la forza
per lanciarli oltre la vista del mare.

Mentre tu siedi qui,
E stai lanciando  con rabbia,  contro lo specchio,

una bottiglia vuota.

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